Secondo le più recenti indagini IDC, la leva più importante quest’anno per creare vantaggio competitivo nel digital business è la capacità di usare i dati in modo strategico.
E i riscontri che emergono sono significativi. Rispetto alle organizzazioni con bassa capacità di “data intelligence”, le aziende con elevata maturità in questa disciplina riescono a ottenere fino al 40% in più di ritorni finanziari e il 20% in più di miglioramenti operazionali.
Traguardi che possono essere raggiunti grazie a tecnologie innovative che consentono di governare la complessità sottostante. Secondo le stime IDC, nell’anno appena trascorso il 75% dei dati generati sono da considerarsi streaming data, ovvero dati che alimentano processi “in motion”. E il 22% sono dati real o ultra-real time con requisiti ancora più stringenti.
Inoltre, il deployment di tecnologie data analytics in ambienti cloud crescerà a ritmi dieci volte superiori a quello degli altri ambienti.
Il rafforzamento del cloud nel contesto di scenari ibridi offre l’occasione per abilitare nuovi processi analytics e AI integrati in ottica cross platform, valorizzando anche fonti core business, come ad esempio gli ambienti SAP.
Non sorprende che nelle indagini IDC le imprese collochino gli investimenti in data intelligence (data analytics, data integration e artificial intelligence) al primo posto delle iniziative necessarie per incrementare il valore aziendale.
Si diversificano i contesti d’uso, aumentano le fonti e le tipologie di dati che rendono più urgente costruire un approccio open che abbatta i silos architetturali e organizzativi.
A ispirare le direzioni strategiche, secondo IDC, è la visione Future of Intelligence, che si fonda su quattro dimensioni cruciali. Le prime due - la capacità di fare sintesi delle informazioni integrando e unificando più fonti dati possibili per generare insights e la condivisione degli stessi intesa come attitudine a rendere disponibili ma anche pertinenti e contestuali gli insights ai decision makers - si fondono con l’obiettivo di generare contaminazione e intelligenza collettiva nell’organizzazione (terza dimensione), che infine si accompagna alla capacità di creare una cultura dei dati pervasiva (quarta dimensione).
Coniugando sapientemente tutte queste dimensioni si ottengono ritorni in contesti e casi d’uso variegati: migliore capacità decisionale, miglioramento degli indicatori di performance finanziaria, acquisizione e retention dei clienti, efficienza dei processi interni di lavoro ed engagement dei dipendenti, per citarne alcuni.
Google Cloud in collaborazione con IDC organizza, il prossimo 27 giugno, un evento con l’obiettivo di:
● Comprendere l’evoluzione del contesto di mercato e le implicazioni per Technology Leader e CxO impegnati nei processi di innovazione data-driven.
● Comprendere la recente Partnership tra SAP e Google Cloud sui dati e i percorsi per ingegnerizzare l’integrazione end-to-end e l’unificazione dei processi data analytics.
● Approcci e strumenti per creare valore da dati che provengono da diversi sistemi, anche esterni
● Ascoltare best practice, esperienze di innovazione che esaltano i principi di time-to-market e scalabilità, e confrontarsi con altri decisori aziendali.
